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Cinque anni di crisi: risultato a tavola diminuiscono carne, pesce e sprechi.



Una ricerca di Federalimentare illustra come le famiglie italiane hanno cambiato le abitudini alimentari e di spesa per fronteggiare la crisi. Gli acquisti sono diminuiti complessivamente del 10%, ovvero 20 miliardi di euro, mentre gli scarti sono passati dal 30 al 7%.




Secondo uno studio di Federalimentare, gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati da tagli alla spesa: meno 10 per cento negli acquisti, corrispondenti, in termini di valore a 20 miliardi di euro. Meno 3 per cento e meno 7 miliardi solo negli ultimi dodici mesi.
La spesa viene ridotta e la composizione del pasto modificata. Ne risente anche la "produzione" di rifiuti, con un passaggio da sprechi del 25-30 per cento sugli alimentari acquistati, al 7 per cento (dovuto, generalmente, al veloce deperimento di frutta e verdura).


E’ diminuito, per esempio, il consumo di carne - prodotto considerato meno economico - che, misurato attraverso l’incidenza assegnata dalI’Istat alla voce nella composizione del paniere alimentare - è passata dal 2,90 al 2,59 per cento. Sono calati gli acquisti di latticini, pesce, salumi, olio, frutta fresca e biscotti: in tempi di crisi sono percepiti come prodotti di lusso, da tagliare se è il caso. Si bada all’essenziale: è aumentato il consumo di pasta (0,58 allo 0,61 per cento) perché considerato un alimento che permette di risolvere un pasto con poca spesa. Ma è in crescita anche la vendita di cioccolato e gelato in virtù della loro indubbia capacità consolatoria.

L’acquisto di vino ed alcoolici, per la prima volta in dieci anni, risulta diminuito, mentre cresce il consumo delle bottiglie a più alto prezzo (più 3,3 per cento dai 6 euro in su).



La crisi, quindi, sta modificando le modalità di spesa in modo "strutturale". Così assicura Daniele Rossi, direttore di Federalimentare: "Fino ad oggi, in Italia, i consumi sono diminuiti solo due volte - spiega - nel dopoguerra e in corrispondenza dello shock petrolifero: ma in entrambi i casi si era trattato di crisi di breve durata. Ora invece siamo davanti ad una flessione di lungo periodo destinata ad incidere sulle abitudini".


Federalimentare individua tre nuove tendenze:

1) si fa la spesa più spesso e si acquista di meno, evitando gli sprechi.


2) Si assiste ad una polarizzazione dei consumi: è aumentata sia la vendita dei prodotti di primo prezzo, sia quella dei prodotti di alta qualità, ma l’acquisto di tutto ciò che sta nel mezzo è diminuito.

3) Diminuisce l l’abitudine della spesa settimanale all’ipermercato: riempire molto il carrello aumenta il rischio di spreco. Per evitare di comperare troppo si sceglie il supermercato vicino: la spesa si fa, con sobrietà, tutti i giorni sotto casa.
 


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