Dalla seconda edizione di Life-Med, la manifestazione che comprende Nuce International, Biotech e Algae Europe, in corso a fieramilanocity, emerge l’importante contributo della nutraceutica per la prevenzione delle principali malattie della terza età. Riflettori puntati anche sulle malattie rare e la medicina rigenerativa, mentre si è conclusa la sessione congressuale dedicata alle applicazioni delle alghe.

La nutraceutica, insieme a uno stile di vita e a una dieta corretti, può aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari. È quanto è emerso oggi in occasione della seconda giornata di Life-Med, l’evento internazionale delle Life Sciences, in corso fino a venerdì 7 ottobre 2011 a fieramilanocity, e composto da Biotech (biotecnologie), Nuce International (industria nutraceutica, cosmeceutica, functional foods & drinks e health ingredients) e Algae Europe (tecnologie di produzione e applicazioni industriali delle alghe).

Nel corso della sessione Nutraceuticals and dietary supplements for healthy ageing, Francesco Visioli, Direttore Scientifico della Imdea, l’Istituto di Studi Avanzati Alimentazione di Madrid, ha spiegato: "Nella prevenzione delle malattie cardiovascolari integratori alimentari e alimenti funzionali si possono utilizzare insieme ai farmaci per aumentarne l’efficienza e diminuirne gli effetti collaterali. In commercio esistono molti prodotti il cui effetto è già stato scientificamente provato: quelli ricchi in acidi grassi essenziali come l’Omega 3, oppure i polifenoli (comunemente chiamati antiossidanti) o gli integratori a base di fitosteroni, che aiutano ad abbassare il colesterolo. La nutraceutica affianca la prevenzione e il trattamento farmacologico: è importante continuare a investire nella ricerca per ottenere prodotti che abbiano comprovati effetti salutari, e una positiva ricaduta sulla salute pubblica, sia in termini di cura, sia di prevenzione, per prolungare lo stato di salute delle persone sane".

Nella stessa sessione Roberto Crea di CreAgri Inc Group ha presentato i risultati di uno studio condotto sugli animali che ha identificato l’idrossitirosolo (un antiossidante contenuto nell’olio d’oliva), come "un composto naturale che consente una maggiore longevità. In questo studio, l’idrossitirosolo ha dimostrato di essere più efficace del resveratrolo (antiossidante naturale dell'uva e del vino rosso) e di ottenere livelli più bassi di morte cellulare". Stefan Siebrecht di Schwelm si è invece soffermato sui benefici della carnitina, diventata nota, da qualche anno, per il suo utilizzo in ambito sportivo: "La carnitina porta a una vasodilatazione in tutti gli organi come cuore, cervello, muscoli e pelle. I vantaggi sono una migliore apporto di ossigeno al cuore, la riduzione della fatica mentale, l’incremento delle funzioni cognitive, l’aumento della forza muscolare e la riduzione della pressione sanguigna. La carnitina blocca anche l'impatto negativo sul cervello di livelli elevati di ammoniaca provenienti dalla degradazione delle proteine. Alcuni effetti del coenzima Q10 sono simili a quelli della carnitina: ad esempio, aumenta il flusso sanguigno e riduce la fatica mentale. Studi recenti hanno dimostrato che il consumo di 300 mg potrebbe anche migliorare le prestazioni fisiche dei muscoli. Le persone anziane potrebbero, quindi, avere diversi benefici da un consumo di Q10 e carnicina, perché con l'invecchiamento i livelli di entrambi nell’organismo diminuiscono".

Nell’ambito della seconda giornata di Biotech 2011, inoltre, è stata oggi dedicata particolare attenzione alle malattie rare, che in Italia colpiscono circa tre milioni di persone, e alla medicina rigenerativa, che consente anche di ricreare il tessuto cartilagineo articolare attraverso scaffold (strutture organico-polimeriche ed inorganiche) intelligenti.

"Circa 9.000 malattie rare sono state identificate finora, mentre cinque nuove malattie rare vengono identificate ogni settimana. Inoltre, il 3-4% delle nascite presenta malattie rare e il 30% dei nati affetti da queste malattie muore prima dei cinque anni. Complessivamente, l’incidenza sulla popolazione italiana è del 6-8% - ha affermato Leonardo Santi, del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie. Nuove linee di ricerca in questo settore garantirebbe pertanto lo sviluppo di competenze tecnologiche avanzate e il potenziamento di cluster pubblico-privati per creare una massa critica indispensabile per affrontare le nuove frontiere della medicina traslazionale e personalizzata secondo le nuove tecniche farmaco-genomiche e post-genomiche".

In un'altra sessione congressuale Daniele Pressato, direttore Technology and Product Development di Finceramica, ha invece spiegato che "Negli ultimi anni la medicina rigenerativa ha suscitato notevole interesse, al punto che alcune applicazioni sono oramai diventate approcci terapeutici consolidati in ambito clinico-chirurgico. Le nanotecnologie hanno avuto un ruolo fondamentale in questo settore avendo consentito lo sviluppo di nuovi biomateriali e molecole attive in grado di interagire con i tessuti connettivi da rigenerare (e non riparare). Nuovi biomateriali e nuovi processi hanno consentito lo sviluppo di scaffolds, in grado di coniugarsi con cellule dello stesso paziente con il risultato di rigenerare nuovi tessuti in precedenza danneggiati a causa di processi degenerativi o traumi, in questo caso stiamo parlando di tecniche di Tissue Engineering. Ne è un esempio applicativo la rigenerazione del tessuto cartilagineo articolare attraverso scaffold intelligenti. La cartilagine, a causa di processi degenerativi come l’osteartrosi o traumi, può condurre alla compromissione della funzione articolare. Modulando meccanismi rigenerativi con l’ausilio di scaffold intelligenti e con la componente cellulare dello stesso paziente già presente in loco (cellule mesenchimali stromali), si può guidare il tessuto verso una autorigenerazione. I pazienti, in particolare giovani destinati ad un impianto protesico precoce, possono trarne beneficio recuperando la normale funzionalità articolare". "Quando si parla di scaffold un importante aspetto da sottolineare è la multidisciplinarietà", ha aggiunto Mariano Anderle, Dirigente di Ricerca presso il Dipartimento Istruzione, Università e Ricerca della Provincia Autonoma di Trento. "Perché siano davvero intelligenti, gli scaffold devono essere costruiti a livello nanometrico. Si tratta di un’attività che coinvolge, quindi, sia l’ingegneria che la medicina, e almeno tre figure: biologi, fisici e chimici".

Oggi si sono concluse le sessioni congressuali dedicate alle tecnologie di produzione e applicazioni industriali delle alghe. Mario Tredici, dell’Università degli Studi di Firenze, ha dichiarato: "Ritengo che le alghe abbiano un potenziale enorme e possano avere molteplici applicazioni. Ad esempio, possono essere utilizzate per la produzione di biodiesel, molecole chimiche, prodotti per la cosmesi, integratori alimentari. E in futuro le microalghe marine potrebbero anche consentire di produrre antiossidanti, antitumorali, trattare le acque reflue e catturare CO2. In generale, si può affermare che per il mercato delle applicazioni delle alghe per cosmetici e integratori alimentari i tempi siano già maturi, mentre bisognerà aspettare ancora qualche anno per il biofuel e la cattura di CO2. Algae Europe 2011 è stata un’iniziativa molto interessante, che ha dimostrato come il settore delle alghe non sia più confinato solo alle università, come era fino a poco tempo fa, ma una realtà in evoluzione, capace anche di far nascere interessanti iniziative imprenditoriali".  

Fonte: Life Med 2011  

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