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In un'altra recente intervista tenutasi preso il Barilla Center for Food &Nutrition, il professor Luc Montagnier non solo sostiene l'importanza per il singolo individuo di mettere in pratica le norme che consentano di contrastare gli effetti dell'invecchiamento (dieta  a base di sostanze antiossidanti, utilizzo di integratori, pratica di attività fisica, abolizione del fumo...), ma, a riprova dell'importanza sociale del fenomeno, sostiene la necessità di un intervento da parte dello stato nel far cultura anti aging, attraverso campagne pubbliche, che passino coinvolgano la scuola, la formazione dei medici, la televisione. Insomma una vera rivoluzione culturale, mentale, che ci auguriamo accada presto!


L'intervista  

Qui sotto, la traduzione dell'intervista:


BCFN: Siamo in compagnia del Professore Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina 2008. Grazie Professor Montagnier per aver accettato di partecipare a questa discussione organizzata dal Barilla Center for Food &Nutrition. Ci può dire, in breve, quali sono oggi le priorità che è necessario prendere in considerazione in fatto di alimentazione, nutrizione, salute e prevenzione?

LM: Naturalmente dipende un po' dalle culture e dalle regioni del pianeta. Esistono regioni intere in cui le popolazioni muoiono di fame o quasi, e dove, ad esempio, i problemi di scarsità d'acqua possono essere catastrofici. Nello stesso tempo, il fatto che il livello del mare possa salire per il riscaldamento climatico e inondare zone coltivate rappresenta sfortunatamente un grosso problema per queste popolazioni.  In questi casi, non si può certo parlare di eccesso di nutrizione. Di converso, esiste un'altra parte del mondo dove è sicuramente possibile parlare di eccesso di nutrizione. Nei nostri paesi, in particolare, il numero di persone obese cresce sempre più, e dei malati di diabete, perché il diabete di tipo 2 è una conseguenza dell'eccesso di alimentazione, e soprattutto di bevande zuccherate, ad esempio.  Pertanto, la priorità è cercare di educare in questi casi le popolazioni e soprattutto i giovani a non rimanere incollati davanti agli schermi televisivi per ore bevendo Coca-Cola o, se non vogliamo fare pubblicità, bibite zuccherate. È per questo che penso che la priorità assoluta sia l'educazione, la formazione. L'educazione che viene dalla scuola, ma anche naturalmente dalle famiglie, perché spesso i bambini seguono le abitudini dei genitori. La seconda cosa effettivamente sono le campagne pubbliche per bilanciare la dieta, bilanciare l'alimentazione e soprattutto fornire più prodotti antiossidanti. È assolutamente importante. Sono anni che sostengo che lo stress ossidativo, l'eccesso di radicali liberi derivati dall'ossigeno attaccano i nostri lipidi, le nostre proteine, il nostro DNA, causando enormi danni e di conseguenza un gran numero di malattie.  Questo sintomo si riscontra nelle malattie del cervello (Parkinson, Alzheimer), nei tumori, nelle patologie cardio-vascolari. È per questo che è molto importante rettificare tale eccesso con l'assunzione di antiossidanti naturali, quindi mediante l'alimentazione. Questi antiossidanti si trovano nella frutta fresca, nella verdura, ma anche negli estratti di piante, in numerosi estratti di piante, piante che non necessariamente sono esse stesse commestibili. Quindi c'è tutta una ricerca che deve essere fatta e avviata per trovare prodotti che attualmente non sono considerati farmaci, ma piuttosto integratori alimentari, e che un giorno forse lo diverranno perché ne saranno dimostrati gli effetti grazie a rigorosi test clinici. Pertanto, la ricerca in questo campo è molto importante, ma richiede parecchio tempo e denaro e le grandi case farmaceutiche non se ne interessano perché non è possibile ottenere brevetti di prodotti di origine naturale. Ecco sono un po' queste le priorità che io vedrei nel caso dell'alimentazione. Quindi ovviamente equilibrio e moderazione sono davvero le parole chiave. Equilibrio significa che si può evidentemente mangiare anche la carne, il pesce, non significa essere solo vegetariani, è chiaro, ma mangiare in modo moderato. Ecco.

BCFN: Ci ha parlato dell'importanza dell'educazione, ma in generale è difficile promuovere uno stile di vita più responsabile, più sano, in modo particolare tra i giovani, forse anche a causa di un marketing che va esattamente in senso opposto. Lei che cosa ne pensa?

LM: Penso che sia giusto, ma vedo comunque messaggi in televisione che invitano a mangiare frutta e verdura. In Francia, almeno, questo tipo di messaggi viene trasmesso nelle televisioni pubbliche, nei canali pubblici della televisione, il che permette di compensare in parte questo eccesso di marketing. Bisogna anche notare che le grandi catene di supermercati lo hanno capito e hanno cominciato a mettere sugli scaffali prodotti antiossidanti. Qui però esiste il problema contrario, ovvero non bisogna indurre la gente a credere che consumando molti antiossidanti, in quantità sempre maggiori, riuscirà a risolvere i suoi problemi. È necessaria una supervisione medica per l'assunzione di antiossidanti, perché non si tratta evidentemente di alimenti. E ciò richiede un controllo medico, prescrizioni mediche. Regna attualmente una certa confusione, dalla quale spero riusciremo ad uscire con la definizione di prodotti naturali e un controllo medico dopo che saranno condotti i test clinici di tali prodotti, in funzione della persona. Perché è necessario che queste cure siano adattate in modo adeguato. Si tratta di cure integrative che vanno adattate in funzione delle caratteristiche genetiche della persona, del suo ambiente. E quindi in base agli esami che saranno condotti sul soggetto stesso, prima di prescrivere antiossidanti integrativi. È uno scenario ancora tutto da creare e mi dispiace che la medicina se ne interessi poco attualmente. 

BCFN: Quali sono gli attori che svolgeranno il ruolo principale in questo processo?

LM: Penso effettivamente che le campagne promosse dalle autorità pubbliche siano importanti. In questo senso, è possibile anche prevedere incentivi finanziari da parte dei politici che detengono il potere decisionale: un sistema a punti, ad esempio, da assegnare in base al comportamento delle persone che rispettano una determinata dieta o determinate consultazioni mediche, che naturalmente non saranno rese obbligatorie, ma che potranno essere incoraggiate grazie, ad esempio, a crediti di imposta.  Naturalmente in seguito bisognerà formare i medici. I medici, dal canto loro, non sono preparati a questo tipo di medicina nuova, preventiva. E men che meno noi che non siamo abituati ad andare dal medico quando non siamo malati, ma solo nei momenti di crisi. Invece bisognerebbe imparare ad andarci quando non si è malati.

BCFN: Come ricercatore, secondo lei, che cosa possiamo aspettarci dagli anni a venire, diciamo dai prossimi cinque anni?

LM: Be' mi auguro che la mia proposta sia compresa e sviluppata. Cercherò anch'io naturalmente di lavorarci sopra. Ma occorrerà molto tempo. È una vera rivoluzione culturale, mentale, che potrà richiedere diverse decine di anni, credo. E ripeto, bisogna anche colmare il divario che esiste con i paesi poveri e le popolazioni dei paesi poveri che non hanno affatto la possibilità di bilanciare la loro alimentazione. Lo si vede spesso in Africa: l'Africa abbonda di frutti e di verdura fresca, ricchi di vitamine, e sfortunatamente le persone non li mangiano, mangiano solo pochi cereali e quindi hanno un'alimentazione squilibrata e soffrono anch'esse di stress ossidativo, che favorisce le infezioni perché il loro sistema immunitario non è in condizioni ottimali proprio a causa dello squilibrio alimentare. Quindi anche da questo punto di vista c'è molto da fare.

BCFN: Quindi lei sostiene che conosciamo la direzione da seguire, ma che abbiamo bisogno di tempo per raggiungere l'obiettivo.

LM: Sono necessari tempo e mobilitatori, come lei, come me, per cercare di invertire la tendenza attuale, una tendenza molto pericolosa.

BCFN: Grazie Professor Montagnier.
 

 
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