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La Medicina Funzionale è una branca della medicina che basa il proprio metodo clinico sullo studio dei processi fisiologici.


E’ una disciplina che analizza le correlazioni esistenti tra risposta fisiologica, risposta disfunzionale e input stressogeno.


Il termine “funzionale” viene utilizzato in riferimento ai cambiamenti che intercorrono a livello della “funzione” cellulare, prima che il perdurare delle condizioni disfunzionali evolva in patologia organo-tissutale o addirittura in sofferenza globale dell’organismo.
 
La Medicina Funzionale dunque anticipa la Medicina Diagnostica. Essa presta attenzione ai cambiamenti fisiologici, emozionali e cognitivi che precedono l’insorgere della malattia.
 
La Medicina Diagnostica o Convenzionale si preoccupa soprattutto dei mutamenti morfologici negli organi e tessuti del corpo, con metodologie diagnostiche appropriate.
La Funzionale al contrario cerca di scoprire, diagnosticare e curare i disturbi energetici e quelli regolatori, che si possono definire “funzionali”. Questi disturbi possono essere scoperti precocemente fin dal loro apparire, ancor prima che se ne manifestino i sintomi patologici con danni tangibili. I disturbi funzionali possono comunque essere valutati anche quando il danno si è già evidenziato morfologicamente.


Mentre una patologia può coinvolgere un singolo tessuto, organo o apparato in maniera isolata, la disfunzione tocca più organi e apparati, anche non in apparente rapporto tra loro. Nell’ottica funzionale, la malattia è l’alterazione dei meccanismi preposti al controllo e all’equilibrio delle reazioni biologiche dell’organismo, e nel contempo l’espressione dei tentativi messi in atto dall’organismo stesso per difendersi e auto curarsi.
 
La Medicina Funzionale nasce dall'esigenza di poter offrire al medico e al paziente una medicina che possa fornire spiegazioni sulla causa di un problema di salute e non focalizzarsi solo sul sintomo.
 
Essa è detta in maniera più completa Medicina Funzionale Regolatoria: Funzionale perchè permette di comprendere le disfunzioni di organi e apparati prima che si verifichino danni dimostrabili da esami specifici, Regolatoria perchè interviene ripristinando le normali condizioni fisiologiche. Si studiano dunque le terapie di regolazione, omeopatia, terapie di supporto nutrizionale (vitamine, minerali, aminoacidi, elettroliti, nutraceutici), terapie di stimolo della funzione d'organo-apparato (fitoterapia) e terapia di sostituzione di funzione (farmaco allopatico). La Medicina Funzionale Regolatoria integra cioè le metodologie diagnostiche convenzionali con i sistemi di diagnosi funzionale più avanzati.


Obiettivo principale della Medicina Funzionale Regolatoria è quello di porsi come interfaccia tra la medicina ufficiale e la medicina complementare naturale, di riunire e/o integrare in una visione globale, strutturata come scienza trasmissibile che permetta di integrare il sapere medico (scienza) con quello fitoterapico, omeopatico e nutrizionale in un quadro unitario.


 
Storia della Medicina Funzionale Regolatoria


Storicamente la Medicina Funzionale Regolatoria nasce negli anni '70 da conoscenze empiriche (Vegatest, E.A.V., DFM) e dalle tecniche bioelettroniche nate per indagare i distretti corporei secondo le leggi della fisica (biorisonanza). In quegli anni, contemporaneamente allo sviluppo delle medicine naturali (omeopatia, omotossicologia, sali di Schuessler, oligoterapia), si cerca una spiegazione diversa della concezione di patologia.


Nel 1975, grazie a Pischinger, viene introdotto il concetto di matrice extra-cellulare, struttura anatomico-funzionale sede di scambi e di regolazione neurovegetativa, metabolica e immunitaria.
Le prospettive emergenti della biologia molecolare e delle neuroscienze convergono così con i concetti fondamentali della Medicina Funzionale Regolatoria sul funzionamento dei sistemi omeodinamici dell'organismo: ogni distretto, organo, apparato, sistema, funzione, è interconnesso agli altri e con essi scambia continue informazioni biochimiche e biofisiche.