Col passare degli anni, le dimensioni e le funzioni cerebrali si riducono, e la contrazione sembra essere accelerata nelle persone che hanno subito la perdita dell'udito. E’ quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins e dal National Institute on Aging.
I risultati aggiungono nuove informazioni ad una lista crescente di conseguenze associate alla perdita di udito, tra cui un aumento del rischio di demenza, cadute, ricoveri...

Il dottor Frank Lin e colleghi hanno confrontato i cambiamenti del cervello nel corso di diversi anni tra adulti con udito normale e adulti con problemi di udito. Nel complesso, le persone con problemi di udito hanno perso più di un centimetro cubo di tessuto cerebrale ogni anno rispetto a quelle con udito normale. Quelle con problemi di udito avevano anche perdite tissutali significative in determinate regioni, tra cui il circonvoluzioni temporale superiore, medio e inferiore, le strutture del cervello responsabili dell'elaborazione del suono e della parola. Il restringimento in queste zone potrebbe semplicemente essere una conseguenza di una atrofia data dalla mancanza di stimoli. Ma queste strutture non funzionano in isolamento, e non si limitano a funzioni connesse a  suoni e il linguaggio. Il circonvoluzioni temporale medio ed inferiore, per esempio, gioca anche un ruolo importante per la memoria, l'attenzione e la concentrazione.


”Le strutture che elaborano le informazioni dal suono tendono ad essere di dimensioni più ridotte nelle persone con problemi di udito, ma non sappiamo se
queste differenze strutturali del cervello si sono verificate prima o dopo la perdita dell'udito” afferma Lin.


Lo studio suggerisce una urgenza per il trattamento di perdita dell'udito, che non deve essere ignorata. "Se si vuole affrontare in maniera corretta la perdita dell'udito" conclude Lin " occorre farlo il più presto possibile: la perdita dell'udito va trattata prima che i cambiamenti delle strutture cerebrali
avvengano ".