Una risposta infiammatoria irrisolta rischia di avere conseguenze gravi. Controllare l'infiammazione è cruciale per la salute umana e rappresenta un obiettivo importante per il futuro, in termini di prevenzione e diagnostica. In un recente articolo di ILSI Europa pubblicato sul British Journal of Nutrition, un team di esperti spiega le influenze della nutrizione sui processi infiammatori e come possa contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche.

L'infiammazione è un normale comportamento difensivo dell’organismo, ma una infiammazione irrisolta, elevata,costante è una perturbazione del normale equilibrio e l’anticamera di numerose malattie croniche. La prevenzione e il controllo dell’infiammazione sembra quindi essere un obiettivo da perseguire, in primo luogo attraverso l’alimentazione. In un recente articolo commissionato dalla ILSI Europa, una Task Force di esperti presenta nuovi approcci per ridurre lo stato infiammatorio negli esseri umani e modulare positivamente l'infiammazione.

Lo stato nutrizionale dell'individuo con, per esempio, una carenza o eccesso di certi micronutrienti (es folato, vitamina B12, vitamina B6, vitamina 1, vitamina E, zinco) può portare ad una risposta infiammatoria. Studi hanno dimostrato che un elevato consumo di grassi e glucosio può indurre infiammazione post-prandiale (che si manifesta dopo il consumo di un pasto), che può avere come conseguenze lo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari. La dieta di tipo occidentale, ricca di grassi e zuccheri semplici, ma spesso povera di micronutrienti specifici, è legata a infiammazione e malattie con forti componenti immunogical e autoimmuni, tra cui allergie, allergie alimentari, dermatite atopica e l'obesità.
 
Fonte: Worldhealth